giovedì 30 aprile 2020

Questo è un paese per vecchi (maschi) / 5, al tempo del Covid-19

Il Covid-19 al momento colpisce di più gli anziani maschi, è un dato di fatto.

Ecco i dati di ieri pubblicati dal sito del ministero della salute:

Caratteristiche dei pazienti deceduti COVID-19 positivi

L'Istituto Superiore di Sanità pubblica due volte a settimana un'analisi sui dati epidemiologici dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.

Ecco le caratteristiche relative al report del 23 aprile 2020:

Età media
79 anni 

Età mediana
81 anni (più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione e la cui età media è di 62 anni)

Sesso
uomini 63,3% 
donne 36,7%

In questi giorni che si pensa alla fase 2, che partirà il 4 maggio, ci sono tante discussioni sui mass media su come affrontare le nuove aperture, su cosa sarebbe giusto fare e non fare, su quello che ci aspetta nel futuro prossimo.
Ogni tanto si affronta, in modo più o meno serio, la tematica di come il pericolo del virus al momento tocchi più da vicino gli anziani e come questi dovrebbero essere più cauti e responsabili nella fase 2 per evitare di ammalarsi.

Da qui delle riflessioni generali sull'umanità:

- In alcuni Stati, come per esempio l'Inghilterra, la Svezia e alcuni stati degli Stati Uniti, l'approccio al virus è stato quello di non chiudere subito tutto, ma di accettare gli inevitabili morti. Da che dipende? Dalla cultura (più affidabilità tra le persone), dagli interessi politici/economici (politici più giovani), dal rapporto demografico tra giovani e vecchi, o da altro ancora? Questo è possibile anche perché nei differenti Stati si ha una percezione/interesse diverso nei confronti degli anziani?

- Se l'epidemia avesse toccato la fascia dei giovani e non degli anziani, come sarebbero andate le cose? In Italia ci sarebbe stata una retorica su come il comportamento sconsiderato dei giovani abbia portato il mondo a peggiorare? (della serie: non esistono più i valori di una volta?, ai miei tempi...)

- Gli anziani, sono quelli che meno rispettano le regole. Vanno al supermercato in coppia, girano per strada senza motivo, escono più volte al giorno invece di cercare di uscire il meno possibile. Nonostante quindi l'attenzione mediatica sia spesso concentrata su questa fascia di età, nella realtà dei fatti la vita degli anziani è spesso fatta di piccole routine che riempiono le giornate, e basta. Manca uno sviluppo territoriale che sostenga l'anziano e lo renda davvero attivo/inserito nella società. La politica in sostanza non fa niente per gli anziani, e non solo per loro. Basta vedere lo scandalo dei morti nelle RSA e case di cura.

-  Nella televisione italiana la maggior parte dei virologi intervistati sono persone mature e spesso maschi (tra i più intervistati:Fabrizio Pregliasco, Maria Rita Gismondo, Ilaria Capua e Roberto Burioni). Ma dov'è la pluralità? Dove sono i giovani medici e infermieri?

- In Italia gli anziani come sono visti dai giovani e dalle famiglie? A volte la sensazione è che vengano considerati solo come un salvadanaio da cui prendere soldi o un luogo sicuro a cui affidare i propri figli. Ma questo scontro generazionale non è forse causa degli stessi anziani, nella loro prima età adulta (22-39 anni) non hanno forse sperperato risorse e sfruttato persone/paesi senza preoccuparsi di preparare le basi per la società di oggi, più ingiusta e povera, e per un pianeta più inquinato? Gli anziani sono sempre persone sagge da cui imparare?

Si dice che "andrà tutto bene", che "niente sarà come prima", che "non torneremo più alla normalità".
Io personalmente sarei davvero felice di non tornare a questa normalità. E' tempo che i giovani alzino la testa e chiedano più diritti per una vita dignitosa e per una società più equa, dove gli anziani e i giovani siano considerati allo stesso modo, maschi e femmine siano alla pari.

Ma credo che tutto cambia per non cambiare niente.

Nessun commento: