giovedì 31 gennaio 2008

Il fondamentalista riluttante

Un bel libro davvero, un racconto che si legge velocemente ma che lascia il segno.
La storia si svolge in Pakistan ed è narrata in prima persona dal protagonista, Changez, ad un americano incontrato per caso.
Changez racconta come andato in America, laureatosi a Princeton con il massimo dei voti, venga assunto da una società come analista finanziario con prospettive di carriera eccellenti. L’autore, Mohsin Hamid, attraverso Changez ci racconta di un mondo del lavoro spietato dove conta solo il profitto e di un amore difficile per una ragazza di nome Erika, ancorata indissolubilmente al suo passato. Ma dopo l'11 settembre qualcosa cambia in Changez e nel mondo circostante, decide quindi di tornare a casa ed abbandonare il successo raggiunto.
Il finale rimane volutamente aperto, questa scelta ha causato non pochi malintesi da parte dei lettori, almeno stando a quello che si legge su internet.
Ma forse Hamid voleva proprio questo, in un'intervista dice: “Non è chiaro che cosa Changez diventi, si tratta di più di che cosa pensi il lettore, che è il secondo tipo di terrorista, quello che siamo tutti”
(INTERVISTA A MOHSIN HAMID Stradanove incontra l'autore de "Il fondamentalista riluttante")
Ed è proprio in queste parole che si trova la chiave di lettura di tutto il libro. Siamo noi infatti  a dover scegliere da che parte stare, a noi spetta decidere ciò che è buono e ciò che è cattivo.
Ma è poi così semplice? E’ davvero così ovvio?

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