venerdì 11 marzo 2011

Giappone: tsunami

A volte leggendo mi capita di  visualizzare ciò che viene descritto con immagini nitide e forti, così reali  da pensare di averle davvero vissute. Queste emozioni, sensazioni  poi me le porto dietro nel tempo. Quando oggi ho visto le immagini terribili di distruzione del Giappone ho subito pensato a questo brano:

“Chi era stato travolto non aveva avuto scampo, ma in compenso la maggior parte delle case aveva retto alla pressione. Tuttavia chi era rimasto in vita e pensava di essere al sicuro si sbagliava di grosso. Perché lo tsunami non dispiegava il suo orrore solo all’arrivo.
Quando se ne andava era quasi peggio.”

“Le esplosioni continuavano a rimbombare in mare e tra le rovine delle città costiere. Alle urla e ai pianti dei sopravvissuti si mischiavano il rumore degli elicotteri, l’ululato delle sirene e i comunicati degli altoparlanti. Era una cacofonia dell’orrore, ma sopra il rumore aleggiava un silenzio plumbeo. Il silenzio della morte.
Passarono tre ore prima che l’ultima ondata rifluisse in mare.
Poi smottò la scarpata continentale settentrionale.”


Tratto  da Il quinto giorno di Frank Schatzing  (editore Tea)

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