lunedì 26 luglio 2010

10 Km, casa - lavoro

Sono le 8 di mattina e il caldo è già insopportabile. L’aria è densa, vischiosa, non permette ai polmoni di aspirarla completamente. Il poco ossigeno che arriva al cervello forse altera i comportamenti delle persone: deliri di onnipotenza, rabbia, frustrazione, aggressività, nervosismo, indolenza.

La mia macchina rovente ha l’aria condizionata, salgo, accendo, aspetto. Ossigeno. Lentamente torno a respirare a pieno regime.
Parto, lo stereo diffonde una musica fresca, rilassante.

Al primo incrocio il primo camion in seconda fila ha già occupato le strisce pedonali e occluso la visuale alle auto di passaggio. Poco più avanti rallento davanti un attraversamento improvviso di un pedone.

Sottopassi, doppia corsia per senso di marcia, è il tratto di strada che mi consente di aumentare la velocità e quindi di stabilire per il complessivo percorso una media di  10 Km orari.

Macchine che sfrecciano nelle corsie, motorini che trovano comunque spazio tra le lamiere: a destra, a sinistra e dove la materia fisica permette loro.

Passo un ponte e mi trovo dall’altra parte della città, un viale immenso ci ingoia, semafori disposti ogni 500 metri alternano il verde al rosso, singhiozziamo seguendo il loro ritmo.

Passo un mercato rionale, strisce pedonali gialle ma anche bianche, sbiadite e intense, i pedoni sono ovunque, forse poco rassicurati dai troppi segni stradali hanno perso il senso dell’orientamento.

Svolto, svolto e svolto nuovamente sulla strada più dissestata del percorso. Buche, buche e ancora buche.

Supero una stazione ferroviaria ed evito i pedoni che la vogliono raggiungere, ma senza attraversare al semaforo.

Mi trovo a percorrere l’unica strada commerciale del mio tragitto, le macchine qui sono stabilmente ferme in doppia fila. Imbuti ci incanalano in strettoie, autobus carichi fermano dove possono, subisco immissioni  violente dalle strade secondarie.

Alla piazza si torna a recuperare lo spazio, ci si allarga nuovamente, e chi pensava di dover ottenere la prima fila sgomita, urla, sbraita. Qui i sorpassi più azzardati, da sinistra, d’impulso, millimetrici.

Gli ultimi due chilometri, una corsia doppia con traffico costante. Le corsie vengono utilizzate per fare la gincana tra i mezzi più lenti. D’altronde se una macchina decide di procedere nella corsia di sorpasso a passo d’uomo le possibilità di eludere il problema sono ridotte.

Quando il traffico aumenta io fortunatamente devio, ultimo tentativo di qualche pedone di  sorprendermi e sono sulla rampa del garage e dallo stereo una voce canta: quasi sempre dietro la collina è il sole.

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