sabato 4 ottobre 2008

Contraccezione: spazio o tempo?

In questi giorni il Papa Benedetto, XVI in un messaggio inviato ad un congresso sui 40 anni dell' Humanae Vitae in corso a Roma, dice: "I metodi di osservazione, che permettono alla coppia di determinare i periodi di fertilità consentono di amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto nella natura umana, senza turbare l'integro significato della donazione sessuale". (cfr. la Repubblica)
Ossia: al bando i metodi contraccettivi artificiali (pillola, preservativo, etc) ma via libera a quelli naturali (calcolo dei giorni fertili,...).

Mi domando prima di tutto se oggi è ancora questo un problema da porsi, in fondo nessun testo sacro, che io sappia, riporta simili regole comportamentali in materia sessuale.

In secondo luogo, l'unico modo per tutelare i giovani e non solo da malattie più o meno gravi (Aids) è diffondere l'uso del preservativo quando si hanno rapporti occasionali.

In terzo luogo, lo spazio e il tempo sono due concetti complessi che non sono ancora stati definitivamente spiegati , e allora perché si accetta da parte dei cattolici un rapporto sessuale legato al tempo (per esempio avere rapporti quando la donna non è fertile) e non uno legato allo spazio (per esempio l'uso del preservativo che blocca spazialmente lo sperma)?

E' più importante  il tempo dello spazio?

Forse sarebbe ora che la Chiesa, e non solo, si concentrasse su un'educazione sessuale responsabile (per le coppie, per i giovani ma anche per i preti stessi) e lasciasse che certe tematiche a carattere scientifico venissero affrontate in sedi più opportune.

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